La Sardegna sta pagando un ritardo pesantissimo: vent’anni di competitività persi rispetto al resto d’Italia e oltre trent’anni sulle altre realtà internazionali. È questo il grido d’allarme che si è levato, forte, dall’assemblea di Coldiretti Oristano a cui hanno preso parte anche istituzioni, consiglieri regionali e amministratori locali. Se la parola d’ordine ribadita con forza da Coldiretti è stata “discontinuità” rispetto al passato, l’appello rivolto alla politica non è da meno: “Spogliatevi dai colori politici, perché l’agricoltura non ha bandiere. È un settore in grande difficoltà e chiede interventi precisi e urgenti”.
MESSAGGIO. Un messaggio chiaro e diretto, rilanciato anche da Paolo Corrias, presidente provinciale di Coldiretti Oristano che ha ricordato il ruolo chiave di questo territorio per l’intero comparto agricolo e agroalimentare sardo: "Abbiamo un settore trainante, con un fatturato importante, ma che si regge soprattutto grazie alla resilienza delle aziende, non certo per i sostegni ricevuti. Abbiamo risultati positivi in alcune filiere, ma non basta: i problemi da affrontare sono ancora tanti".
TEMI CALDI. Dall’acqua alla fauna selvatica, passando per pesca, burocrazia e cultura del lavoro. Per Corrias, affiancato dal direttore provinciale Emanuele Spanò, c'è la necessità di una politica più attenta e concreta. Tra i risultati positivi nel territorio c’è quello della gestione dell’acqua, che grazie al lavoro del Consorzio di Bonifica e alla sinergia con Coldiretti ha portato a un calo del 57% dei costi per le aziende agricole, eliminando sprechi e razionamenti. "Questi risultati dimostrano che con la programmazione si possono affrontare le emergenze e migliorare la vita delle imprese – rimarcano Corrias e Spanò – ma serve una strategia più ampia e continuativa”. Tra i nodi ancora irrisolti: il problema della fauna selvatica, i ritardi nei pagamenti, la lentezza dei bandi e il rischio costante di disimpegno dei fondi comunitari. L’assemblea ha permesso anche di fare il punto su questioni cruciali come il “bando Ucraina”, grazie al quale Coldiretti ha ottenuto lo sblocco di 30 milioni di euro per il settore agricolo e sul comparto ittico, dove il lavoro di Coldiretti e dei consorzi territoriali ha prodotto risultati sul tema dei compendi ittici, ma restano ancora tanti ostacoli da superare.
RIFORMA ASSESSORATO. Tra i nodi irrisolti spicca quello sulla riforma necessari degli enti agricoli e dell’assessorato. Per i vertici regionali Coldiretti presenti all’incontro: “Il problema riforme è ancora più profondo e riguarda una macchina amministrativa regionale incapace di stare al passo ancora oggi con le necessità delle aziende - rimarcano Battista Cualbu e Luca Saba - la riforma degli enti agricoli e dell’assessorato all’Agricoltura è diventata una priorità non più rinviabile. Abbiamo bisogno di un assessorato che funzioni davvero, con dirigenti e funzionari preparati, che conoscano i problemi del settore e sappiano affrontarli con competenza e tempestività – sottolineano – agricoltura e turismo non possono essere solo slogan da campagna elettorale: devono essere realmente sostenuti ogni giorno con atti concreti e una pubblica amministrazione capace di rispondere alle reali esigenze delle aziende".
ALLEVAMENTO. Infine un passaggio dell’assemblea si è incentrato sul settore zootecnico che anche nell’Oristanese ha un ruolo cruciale. Il presidente Cualbu ha ricordato la lettera inviata da Coldiretti alla Regione per avere certezze sulla campagna vaccinale, sui riflessi sanitari delle vaccinazioni e sugli eventuali ristori: "Chi ha la competenza scientifica si deve assumere le proprie responsabilità - dice - con la lettera inviata abbiamo chiesto di informare il mondo dell’allevamento sulle azioni messe in campo per non cadere nuovamente su quanto successo per la lingua blu - conclude - non possiamo più accettare risposte parziali e tempi lunghi nella programmazione dei ristori”.