19 Maggio 2020
GIORNATA MONDIALE DELLE API:

La produzione di miele Made in Italy crolla fino all’80% rispetto alla media  causa  il clima anomalo, con una grave siccità, che ha compromesso le fioriture e stressato le api. Il monitoraggio della Coldiretti in occasione della giornata mondiale delle api, che si festeggia il 20 maggio a livello mondiale,  evidenzia  dati  preoccupanti per il comparto.
Allarme ambientale - Un inverno caldo e siccitoso con le gelate  primaverili –   sottolinea Giovanni Murru presidente provinciale di  Coldiretti Oristano – hanno creato serie difficoltà agli alveari. Le api hanno scarse  possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele   prodotto lo utilizzano come alimento. Una situazione comune in tutta la Penisola con aree  dove comunque si riscontrano  produzioni  più elevate  rispetto allo scorso anno.
La presenza delle api rappresenta un indicatore rilevante dello stato di salute dell’ambiente – prosegue il dirigente Coldiretti -  La loro opera è fondamentale  per la  primaria funzione di salvaguardia  della biodiversità  e nel lavoro degli agricoltori con l’impollinazione delle colture ortofrutticole e sementiere.  Si calcola che una singola ape  visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele.  Secondo la FAO, 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, le angurie ed i meloni.  Una situazione che va monitorata con attenzione.
A rischio anche  la produzione del miele.
I numeri - In Italia il raccolto potrebbe essere anche peggiore del 2019  con  una produ¬zione nazionale di appena 15 milioni di chili, a fronte di un quantitativo di quasi 25 milioni di chili importato dall’ estero  durante l’anno. Secondo elaborazioni Coldiretti (su dati Istat)  si evidenzia che il 40% arriva dall’Ungheria e oltre il 10% dalla Cina. Quasi 2 barattoli di miele su tre sono stranieri. In Italia   esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia, di cardo, di  eucaliptus, al millefiori ( tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno e corbezzolo (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Nelle campagne italiane sono 1,5 milioni gli alveari curati da 60.000 apicoltori, di cui circa 2/3 produce per autoconsumo.
I numeri della Sardegna confermano il trend dei dati nazionali. Anche nell’ Isola le api vivono un periodo difficile dovuto ai cambiamenti climatici e alle inquinanti attività umane. I dati del censimento annuale della Banca Dati Apistica indicano come in Sardegna operano 1767 apicoltori, 939 in autoconsumo (al di sotto dei 10 alveari  come previsto dalla L.R. n. 19 del 24 luglio 2015) e 828   professionali per un totale di  66.773 alveari.
Per Orlando Oliva dell’ Azienda Agricola Monte Arci, apicoltore professionale di Marrubiu, segretario della Associazione regionale Apiaresos ( che aggrega numerosi apicoltori ), nonché presidente della’ Associazione Agri mercato Campagna Amica Oristano, l’ annata 2020 per l’ apicoltura sarda è iniziata davvero male. Un inverno molto caldo e una primavera siccitosa – afferma -  rappresentano fattori climatici che hanno portato a una scarsa secrezione  nettarifera e conseguente riduzione  dei raccolti primaverili che , in molte zone, si stima possa sfiorare l’80%. L’ ennesima mazzata per gli apicoltori sardi – ribadisce polemicamente Oliva – che attendono ancora gli aiuti per la siccità 2017 , promessi e ancora fermi al palo.
Occhio alle etichette – E’ l‘ invito di Orlando Oliva ai consumatori. I prodotti provenienti dall’estero sono spesso di bassa qualità – afferma - Consumiamo mieli sardi e nazionali che rappresentano garanzia di qualità, verificando l’origine in etichetta o rivolgendosi direttamente ai produttori, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Aggiungasi che il miele prodotto sul territorio nazionale  è “Ogm Free” (a differenza ad esempio di quello   Cinese), riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. Attenzione alla indicazione “Italia” che  deve essere  presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale. Nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta  deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE. Se invece proviene da Paesi extracomunitari deve contenere la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre, se si tratta di un mix, va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.